Quando si sente parlare di terapia a onde d’urto il pensiero va immediatamente al dolore che si prova durante le sedute e subito dopo si associa la terapia alle calcificazioni dei tendini.

Che il dolore sia una prerogativa di queste applicazioni purtroppo è una verità, si può cercare di anestetizzare le zone da trattare impostando le pressioni e le frequenze del caso, ma per ottenere un effetto più terapeutico possibile occorre raggiungere un livello dei parametri piuttosto alto, il che si fa sentire eccome. 

Da qui il paradosso di andare da un professionista per far passare un dolore e sentirsi martellare con cura proprio il punto incriminato, con la prospettiva di sentire ancora più male nei giorni successivi a causa della reazione del tessuto. In effetti l’intento delle onde meccano-sonore erogate dalla “pistola” delle onde d’urto è proprio quello di evocare un’infiammazione di riparazione che porterà della nuova elasticità e un nuovo micro-circolo (neoangiogenesi) nell’area trattata. Nel tempo sarà quindi il tendine “ringiovanito” e nuovamente performante che attuerà i meccanismi di autoriparazione e di disgregazione e assorbimento di un’eventuale calcificazione. Ma le precipitazioni di calcio su tendini di gomiti, anche, spalle e fascia plantare non sono l’unico campo di applicazione di questo macchinario. Con le dovute regolazioni dei parametri e con un dolore quasi nullo durante l’applicazione, si può avere un ottimo effetto miorilassante in tempi molto brevi.

Si può intervenire su contratture di grosse masse muscolari e si può anche utilizzare l’effetto “wash-out” di linfociti natural killer su infiammazioni croniche, infatti si ottengono buonissimi risultati trattando le zone paravertebrali in caso di lombalgia cronica. Risultati eccezionali si riscontrano anche nelle “tenosinoviti ipertrofiche essudative stenosanti”, meglio conosciute come dita a scatto, malattia di De Quervain, tendinopatie del capo lungo del bicipite e del tibiale posteriore, ovvero patologie in cui non è tanto il tendine il responsabile del dolore, quanto la restrizione data dall’infiammazione della guaina attraverso cui deve scorrere.

Il trattamento con le onde d’urto riesce con il suo effetto diretto e meccanico a “sbrigliare” il tendine dalla guaina e a ripristinare una funzione efficace e indolore. Altra applicazione ancora è quella nell’ambito della recente fisioterapia “dermato-funzionale”, in cui non solo si bada all’aspetto estetico della cute, ma in caso di panniculopatia (cellulite) si lavora al miglioramento del suo micro-circolo e del suo metabolismo così da eliminare sintomi fastidiosi come dolore alla pressione, formicolii e sensazione di gambe pesanti. Oltretutto le aree trattate, proprio per il miglioramento del metabolismo, diventano più responsive al dimagrimento in caso di una dieta e, in caso di un dimagrimento importante già avvenuto, la tonificazione dei tessuti migliora notevolmente le condizioni della pelle flaccida. Quindi questo tipo di terapia si è rivelata molto versatile e molto efficiente, combinata con altre apparecchiature come la tecar, il laser pulsato ad alta potenza e con la terapia manuale consentendo di ottenere risultati notevoli in tanti ambiti diversi. Certo è importante spiegare al paziente il processo biologico che si vuole attivare, così da prepararlo alle eventuali riacutizzazioni che così saranno meglio tollerate e soprattutto è importante per gli operatori affidarsi a strumentazioni di qualità e continuare a formarsi perché la fisioterapia e le sue strumentazioni sono fortunatamente in perpetua evoluzione .